sabato 4 ottobre 2014

Eva e Stoker


Chi conosce questi due film potrebbe domandarsi come mai li sto mettendo nello stesso post. In realtà è perché li ho visti insieme, la stessa sera. In più mi piace fare confronti, quindi...perché no?


LE TRAME

Eva
Eva è ambientato in un futuro non troppo lontano in cui la robotica è molto sviluppata. Alex è un ingegnere cibernetico molto dotato che, dopo 10 anni di assenza, si reca nuovamente alla sua città natale. Il lavoro che gli viene offerto è quello di concludere il suo progetto incompiuto di realizzazione di un robot bambino. Alla ricerca dunque di un modello di riferimento, conosce Eva, una bambina intelligente e carismatica di circa 10 anni, che scopre essere figlia del fratello e della sua ex ragazza e collega della facoltà di robotica.

Stoker
India Stoker è un'adolescente introversa e solitaria. Alla morte del padre, al quale India era molto affezionata, la ragazza si ritrova a casa con la madre e il fratello del padre, lo zio che non sapeva di avere. A poco a poco si svela la natura dei personaggi e la verità sulla morte del padre di India viene a galla.



IMPRESSIONI E SPUNTI DI RIFLESSIONE

Quello che mi è piaciuto della visione di questi due film è che, pur essendo due film completamente diversi, e seppur scelti totalmente a caso, presentano delle simpatiche analogie.
In primo luogo, entrambi i film iniziano con un flash-forward e tutto il film è il dipanarsi della matassa che porta al chiarimento di questa prima scena.
In secondo luogo, entrambe le storie girano principalmente intorno alla stessa formazione familiare: due fratelli, una donna e una figlia del tutto speciale.
Boh...pensatela come volete ma per me è molto figo scegliere due film a caso e trovare delle similitudini del genere...:) Tornando seri, è incredibile che a partire da basi così simili si possano sviluppare due lavori così diversi! Ora, ecco le cose che ho trovato interessanti in questi due film.

Eva
Eva è stata una piacevole sorpresa nel panorama della fantascienza moderna. Come molti altri buoni film di fantascienza, gli effetti speciali sono minimi. Ciò nonostante, il lavoro fatto è encomiabile e sono state create davvero delle raffinate animazioni dei robot o delle immagini olografiche dei computer del futuro.
Il film parte dalle intelligenze artificiali, sviluppando in seguito tematiche molto più profonde legate alla ricerca della natura dell'umanità. Nell'ipotetico futuro di Eva gli uomini sono riusciti a creare robot con intelligenze artificiali sempre più avanzate. Come sempre però, l'uomo ha manie di controllo su tutto e vengono posti dei freni all'autonomia di pensiero dei robot. Alex (il bravo Daniel Brühl) ha un gatto robot senza condizionamenti comportamentali, l'ha creato facendo in modo che agisse e si comportasse realmente come un gatto. La bellezza del suo personaggio sta proprio nel fatto che lui è davvero alla ricerca delle basi della natura umana, della diversità più che dell'uniformità, della particolarità che rende ciascuno di noi un individuo unico e inimitabile. Si riprendono insomma temi classici della fantascienza da Asimov a Blade Runner, a Battlestar GalacticaCybenellaAraleSuper Vicky e chi più ne ha più ne metta. Eva sviluppa queste tematiche  con leggerezza, a tinte seppia. La tendenza umana all'uniformazione, la tecnologia e l'elevazione a divinità, la paura di perdere il controllo delle proprie creazioni, la diversità.
Splendido film, assolutamente consigliato. Guardalo e poi dimmi...cosa vedi quando chiudi gli occhi? 


Stoker
Passare da Eva, dolce amaro a tinte calde, a Stoker, horror/thriller psicologico a colori freddi, è stato un po' un trauma. Inquietante e ansiogeno, Stoker parla dei "cacciatori", gli esemplari come Dexter insomma. Credo che anche il nome si riferisca a Bram Stoker, e ai cacciatori per eccellenza, i vampiri. Non è esattamente il mio genere ma complessivamente mi è piaciuto. Stoker vanta una splendida regia di Park Chan-wook e degli ottimi protagonisti (Mia Wasikowska, Nicole Kidman e Matthew Goode), e buone musiche e fotografia. La storia è solida e i protagonisti sono molto ben caratterizzati. India è una ragazza non convenzionale, poco stimolata dagli interessi comuni degli adolescenti, acuta e attenta, osserva il mondo in freddo silenzio e comincia percepire e ad interagire con i suoi desideri. Una specie di racconto di formazione insomma, un insolito modo di vedere l'evolversi dell'adolescenza in una famiglia disfunzionale. È un horror classico, hitchcockiano, consigliato dunque se vi piace il genere.

martedì 16 settembre 2014

Le mie stellette del 2014 2.0

Ed eccoci qui! Alla fine torno alle origini scrivendo semplicemente le mie opinioni e tralasciando di riportare anche i dati su durata, genere, provenienza, etc. Questo perché fondamentalmente non ho molto tempo. Quest'estate pensavo di riuscire a scrivere un po', pensavo di riuscire a vedere più film, di leggere più libri, di dedicare un po' di tempo al blog...invece Luglio e Agosto non hanno fatto altro che inghiottirsi ore su ore del mio tempo e alla fine siamo a Settembre, con esami in vista e inizio dei corsi alle porte. Dunque ecco qui gli ultimi film visti, rigorosamente in ordine alfabetico, e le mie impressioni!


2001: Odissea nello spazio ****
Ebbene si, non avevo ancora visto 2001: Odissea nello spazio. Ora l'ho visto...e mi è piaciuto! A proposito di questo film, Kubrick disse che non voleva assegnargli un significato univoco, volendo invece che ognuno fosse libero di interpretarlo a modo proprio. Indubbiamente è uno dei primi film a far riflettere sul rapporto tra umanità e tecnologia. In particolare io ho sentito il tema dell'umanità nel senso della ricerca della sua natura intrinseca: curiosità, controllo e superiorità su tutto e su tutti, superamento dei limiti, creatività.
Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, Kubrick fece un lavoro encomiabile nella riproduzione degli ambienti spaziali. L'assenza di gravità è stata riprodotta fedelmente, così come la possibile ricreazione della stessa tramite stazioni anulari in rotazione. Il lavoro e gli effetti speciali sono apprezzabili ancora adesso, 46 anni dopo, anche dopo tutti i film di fantascienza fatti con le più recenti tecnologie.
Ho infine apprezzato 2001 come esperienza visiva e sonora. A volte ci si dimentica che il cinema è questo, è un'arte visiva e sonora. Spesso ci si scorda che alla proiezione de L'arrivée d'un train en gare de La Ciotat la gente trasalì sulla sedia pensando che il treno uscisse dallo schermo, o ci si dimentica dell'innovazione che portò l'introduzione del sonoro alla visione cinematografica. A me 2001: Odissea nello spazio ha trasmesso ANSIA. Direi anche ansia claustrofobica. La sensazione mi è stata data principalmente dalla dilatazione dei tempi, dalla lentezza dei movimenti a gravità zero, dalle interminabili serie di respiri profondi all'interno dei caschi spaziali, dalle geometrie regolari e dai colori prevalenti: bianco e nero. Di sicuro Sul bel Danubio blu non sarà mai più lo stesso...




La Grande Bellezza (?)
Questa è la seconda versione della mia opinione a proposito di questo film. La prima era un po' troppo cattiva...perché boh...perché avevo la giornata così! Voglio provare ad essere un po' più imparziale. È un film fatto molto bene e l'interpretazione di Toni Servillo è rimarchevole, e mi è piaciuto molto anche Verdone. Il film si concentra sull'osservazione di una piccola fetta di società ricco/aristocratica della Roma dei giorni nostri. In particolare fa affiorare alcuni aspetti come l'ipocrisia, la vanità e la vacuità del tipo di vita condotta dai protagonisti di questa "storia senza storia". Mi ritengo una persona abbastanza sensibile e quindi non mi vergogno a dire che, al termine di questo film, provavo addirittura un po' di pena per la miseria della vita di questi individui (merito soprattutto dello sguardo malinconico del protagonista immagino). In ogni caso, come si suol dire, se la fanno e se la godono perché, a ben pensarci, l'origine della loro miseria proviene proprio da loro stessi e dalla loro pigrizia mentale.
Detto ciò...si, ci sono un sacco di spunti carini in mezzo...ma a me pare in generale che La Grande Bellezza si autocompiaccia un po' troppo, incartandosi un po' in sofismi, citazioni e metafore che compromettono la solidità del tutto.
In definitiva: CARINO, può essere un buono spunto di conversazione, ma non smanio di vederlo una seconda volta. :)

Il KINDLE PAPERWHITE e la mia esperienza di lettura elettronica


A Natale mi è stato regalato il Kindle Paperwhite, l’ebook reader touch marchiato Amazon. Visto che lo sto usando da più di qualche mese, vi posso dare le mie impressioni su questo prodotto.

L’EBOOK READER NON È UN TABLET

Una piccola precisazione prima di continuare: un eReader non è un tablet. Questo lo dico perché trovo molte persone stupite davanti allo schermo di un ebook reader. Se avete occasione di vederne uno in esposizione in qualche libreria o negozio, vi potrete facilmente accorgere che lo schermo è completamente diverso. Un tablet ha uno schermo LCD ed è generalmente un piccolo computer portatile. Un eReader è una cosa totalmente diversa e la sua funzione primaria è appunto LA LETTURA.
Nel dispositivo è installato un browser ma io, ad esempio, non l’ho mai usato. Questo fondamentalmente perché se ho la possibilità di andare in internet, è perché sono a casa col WiFi, e quindi ho quasi sicuramente il PC acceso e, se proprio devo cercare qualcosa, lo faccio da lì. In ogni caso l’ho provato e va bene.
La tecnologia che sta dietro allo schermo di un ebook reader (inchiostro elettronico) è completamente differente e consente di visualizzare lo schermo del dispositivo proprio come se fosse una pagina stampata. In effetti, è una cosa davvero stupefacente, che consente di non affaticare gli occhi come quando si usano invece degli LCD.
Quando avevo cominciato ad informarmi per un eReader ero un po’ infastidita nel trovare indifferentemente tablet ed ebook reader misti, pur svolgendo la ricerca solo con ”ebook reader/eReader”. È un po’ come se, cercando un lettore Mp3, il motore di ricerca ci fornisse anche tutta la gamma di Smartphone in commercio.
In sostanza, giusto per ribadire il concetto, se volete un ebook reader per le molte comodità che vi illustrerò a breve rispetto ad un normale libro, va bene. Se invece state cercando qualcosa con cui giochicchiare, guardare video, andare in internet e quant’altro, cercatevi un tablet. J


PRO

·         Buon rapporto tra ingombro e capienza (per dirla ingegneristicamente). Io ho cominciato ad informarmi sugli ebook reader quando mi sono accorta che, nonostante avessi aggiunto 6 mensole in camera mia (di cui due recuperate da avanzi di mobili Ikea, tagliate ad hoc per convivere con un pilastro sporgente), e nonostante avessi anche svuotato un intero vano del mio armadio, la mia camera non era più in grado di contenere i miei libri. Ignorando il chiaro segno divino che mi faceva notare che il numero di libri posseduti avanza con l’età, e che una volta arrivati a questo punto sarebbe meglio cercarsi un’intera casa propria da riempire, e non volendo neppure colonizzare la casa del mio ragazzo prima ancora che questi cominciasse a portare le sue valigie di vestiti, ho optato per la ricerca di una soluzione più pratica. Il Kindle è piccolo e può contenere oltre mille libri, e su Amazon l’archiviazione in Cloud è gratuita finché il contenuto è acquistato su Amazon. Il Kindle Paperwhite dispone di una memoria interna di 2GB, dei quali 1,25GB utilizzabili. Ho osservato che i miei libri vanno da qualche centinaia di kB a 3-4MB. Quindi, insomma, di spazio ce n’è. Questa caratteristica dell’eReader rende dunque molto comodo viaggiare. Ad esempio quando le nostre prossime letture sono Limit, I Pilastri della Terra, la trilogia Alexandros e Il Trono di Spade, un eReader non è niente male, in particolare per quelli che, come me, amano tenere sempre un libro in borsa pronto alla lettura.

·         I dizionari. Un’eccezionale qualità del Kindle è la praticità di utilizzo dei dizionari. Quando non si conosce una parola, basta tenere schiacciato il dito sulla parola stessa per veder comparire la corrispondente voce del dizionario. Oltre ad essere molto comodo nella propria lingua (perché, diciamocelo, non si finisce mai d’imparare, anche quando si parla della propria lingua madre! Ad esempio io non sapevo cosa fosse un doccione…beh…ora lo so!), risulta davvero pratico quando si legge in lingua straniera. Mi è capitato infatti di comprare un libro in inglese e, appena è stato introdotto nella mia libreria del dispositivo, Amazon ha subito salvato anche i dizionari monolingua d’inglese. I dizionari sono in ogni caso disponibili sul proprio spazio in cloud all’acquisto del Kindle ma, per comodità, Amazon non li mette subito nel dispositivo perché, giustamente, a qualcuno potrebbe non interessare avere il dizionario di giapponese pronto all’uso. Ci tengo a sottolineare questa caratteristica perché è incredibile poter usufruire di queste risorse gratuitamente. I dizionari d’inglese sono l’Oxford Dictionary of English e il The New Oxford American Dictionary, che sono davvero degli ottimi dizionari! Le lingue già disponibili sono Portoghese, Spagnolo, Tedesco, Inglese, Francese, Giapponese, Cinese e, per l’Italiano, lo Zingarelli. Una cosa simpatica è che l’elenco delle parole cercate rimane in memoria per poterle rivedere velocemente. Una volta imparate si può dire al Kindle “ok, l’ho imparata, grazie!” e rimuoverla dall’elenco (doccione adesso l’ho rimossa per esempio! XD ).

·         Non stanca gli occhi. L’ho già accennato prima, la tecnologia e-ink è diversa da quella di smartphone e tablet, l’effetto è proprio quello di una pagina stampata. Questa tecnologia è pensata e realizzata per contenuti piuttosto statici, quindi non si può avere la fluidità di un LCD con contenuti che richiedono velocità. Per questo motivo questo dispositivo è fatto per la lettura e non per la navigazione o altro. In ogni caso il Kindle Paperwhite risulta più fluido del suo predecessore nel cambio pagina e anche quando si accede allo store online non da problemi di alcun tipo nella visualizzazione. Il Kindle Paperwhite è anche dotato di un sistema di retroilluminazione per la lettura notturna, o comunque in ambienti poco luminosi o, viceversa, per ambienti molto luminosi. Io l’ho usato qualche volta in ambienti poco luminosi e mi sono trovata molto bene. L’ho usato anche a luci spente e non mi ha dato fastidio ma, in generale, preferisco una luce soffusa e la luminosità dello schermo bassa. L’ho usato anche in pieno sole dove dicono che potrebbe essere necessaria l’illuminazione al massimo ma, a dire il vero, senza illuminazione si leggeva perfettamente! Lo schermo del Kindle è antiriflesso quindi anche sotto questo punto di vista è eccellente.

·         Anche l’occhio vuole la sua parte. Il Kindle Paperwhite è ben curato nei particolari. Il design è veramente bello, semplice ed elegante. Io alla fine ho messo una skin, perché mi piaceva personalizzarlo un po’, e perché avevo visto il Kindle di mia sorella con la skin e mi era piaciuta molto. In realtà la mia skin mi piace molto ma mi è quasi dispiaciuto metterla perché può benissimo stare al naturale.



·         Il cavetto USB in dotazione. Parlando di cose serie…il cavo USB in dotazione è lungo 1,50m…Cioè…UN METRO E MEZZO DI CAVO USB!!! Vi rendete conto??? Quanti secoli sono che non vedete un cavo USB così?? Basta coi lettori MP3 appesi al PC e i cellulari appoggiati per terra perché col cavo non si arriva al tavolo! UN METRO E MEZZO!



·         Il minor costo degli ebook rispetto ai libri cartacei. Dopo questa divagazione arriviamo all’ovvio. I libri costano tantissimo. È un dato di fatto che gli ebook costino meno, e con le offerte del giorno di Amazon si possono trovare molte cose interessanti, oltre all’indiscutibile fuffa che si trova spesso. Inoltre molti classici si possono reperire gratuitamente, e anche questa è un’ottima cosa. C’è anche da dire che, per come stanno le cose, gli ebook sono comunque più costosi di quanto dovrebbero essere, considerato che sono esenti dai costi di produzione e di trasporto. Da quel che so, questa è una battaglia aperta, che porta a discussioni anche a livello politico dove l’opinione è divisa tra i favorevoli e i contrari ad un abbassamento dell’Iva, che attualmente è al 22%, rispetto al 4% dei libri cartacei. E qui si può anche cominciare un dibattito sull’inevitabile pirateria nell’ambito delle opere in formato elettronico, argomento che, per adesso, non toccherò. Io per ora tra classici e offerte ho risparmiato, complice anche il colosso Amazon che sta dietro questo dispositivo in particolare.

·         La batteria e altre qualità alla rinfusa. Io ho il Kindle da Natale. In questi 8 mesi ho caricato la batteria in totale 3 volte. Ho letto 4 libri, di cui due di più di mille pagine, quindi direi che, per ora, la batteria non è causa di ansia. Il to­uch è molto buono, ha una buona sensibilità ed è ben ripartito sullo schermo. Lo schermo è da 6’’ e c’è la possibilità di ingrandire o diminuire i caratteri a piacimento così se vi manca qualche diottria il problema è risolto. Il software è buono, semplice, intuitivo e fluido.  


DUBBI E PERPLESSITÀ

·         La perplessità tipica: “il cartaceo è meglio”. Dopo avervi detto tutte queste belle cose sull’eReader, si arriva all’inevitabile. L’amore spassionato per il frusciare delle pagine. L’odore della carta. La bellezza di una libreria colorata, ordinata o no, con i libri in prima edizione ancora perfetti e con quelli dove sono stati annotati pensieri e parole. Ammettiamolo: il lato romantico del libro non è ripagabile con nessuna diavoleria moderna. Si potranno anche evidenziare frasi da condividere sui social network, e si potranno anche scrivere delle note, ma un libro e sempre un libro. La “sfogliabilità” è una cosa che manca completamente a questi oggetti. Per quanto si siano impegnati nella creazione di indici, di barre d’avanzamento e di una funzione di ricerca, sfogliare un libro sarà sempre più bello e immediato.



·         La durabilità (sempre ingegneramente parlando). L’ansia da amante dei propri libri…e se l’eReader si rompe? Ovviamente, è tutto salvato in cloud. Certo, se arrivasse una tempesta solare in grado di rendere inefficienti tutti i dispositivi elettronici, allora sì, avremo perso i nostri ebook…ma forse in quel caso avremmo altre preoccupazioni a cui pensare! Più interessante è invece la questione di un ipotetico cambiamento di dispositivo. Adesso io ho un Kindle e mi trovo bene. Anche supponendo che sia un ottimo dispositivo, supposizione realistica viste le premesse, il tempo è tiranno, in particolare con l’elettronica. Hardwaristicamente parlando, la batteria prima o poi ci abbandonerà, è un dato di fatto. Softwaristicamente parlando, la tecnologia è infame perché corre veloce. I formati cambiano o vengono addirittura abbandonati, si comincia ad aver bisogno di convertitori, la faccenda diventa noiosa. Quindi, se io tra dieci anni volessi cambiare dispositivo (che ne so…Amazon fallisce, i kobo migliorano…:/ ) che ne sarà della mia biblioteca virtuale?? Per evitare la pirateria, anzi, per evitare la concorrenza, ogni casa si inventa vari formati (ad es .mobi, .epub,…) per gli ebook (se avete bisogno di un convertitore, guardate Calibre o guardate le istruzioni per la coversione di Amazon). Scommettiamo che il cambio di dispositivo verrà reso un inferno e ci costringerà a smanettare porcheggiando al PC per ore? Tutti stress che un libro cartaceo non provoca. Come si suol dire…Scripta manent.

·         L’acquisto da altri siti. Questo è un dubbio, perché in realtà non ho mai fatto ricerche al riguardo e non ci ho neanche mai provato. Amazon ovviamente non ha interesse nel pubblicizzare l’acquisto su altri siti, quindi non saprei. Ad esempio la Feltrinelli vende in formato EPUB (quello universale diciamo, qui Amazon è un po' la Apple di turno...) che, ovviamente, non è compatibile con Kindle. Certo, a questo scopo c’è Calibre, ma il risultato com’è? Se qualcuno ne ha esperienza, mi dia notizie!

·         Il prezzo. Un eReader costa, e questo costo va detratto dagli eventuali benefici del minor costo dei libri. Il Kindle Paperwhite costa attualmente 129€, ma l’ho visto arrivare a 99€, e attualmente i 129€ includono 5 ebook, quindi le buone offerte ci sono. In ogni caso, a me è stato regalato, così  non mi devo preoccupare di questi conti! XD


CONCLUSIONI

C’era una bella maglietta che diceva: “Per un ingegnere il bicchiere non è mai mezzo pieno né mezzo vuoto, è sempre pieno di due fluidi diversi”. Non sono qui per dirvi di passare ad un eReader o per dirvi che fa schifo. Questa è una posizione vostra. A me piacciono sia i libri sia l’eReader. Il Kindle è indubbiamente un ottimo prodotto ed è molto pratico. I libri sono bellissimi e una casa senza libri mi rattristerebbe molto. Per quanto mi riguarda dunque, eReader in vacanza e per libri in lingua straniera, e libro cartaceo a casa. A mio parere non sarebbe male se vendessero congiuntamente libro cartaceo e versione ebook. Un po’ come quando ti vendono un il blu-ray con anche il DVD…solo che questo potrebbe addirittura avere un senso!


Infine, ecco il link della pagina Amazon.
Come sempre, qui in basso potete dirmi o chiedermi tutto quello che volete, o semplicemente riportare se il post è stato interessante o no. Sennò fate i fantasmi come al solito... ;) Baci!

lunedì 19 maggio 2014

Le mie stellette del 2014

Nell'augurare col mio solito ampio ritardo un buon anno a tutti, comincio di nuovo a metter stellette. Come al solito i film sono in ordine alfabetico e il "2014" si riferisce al fatto che io li sto guardando quest'anno. A tal proposito, visto che ogni anno bisognerebbe provare a migliorare qualcosa, quest'anno metterò qualche informazione in più, come il genere, la durata, etc., che potrebbero essere utili. Ovviamente, per queste informazioni adotterò uno spudorato copia-incolla da Wikipedia! XD




12 Anni Schiavo ***

Titolo originale: 12 Years a Slave
Anno: 2013
Durata: 134 min
Genere: biografico, drammatico
Regia: Steve McQueen
Fotografia: Sean Bobbitt
Musiche: Hans Zimmer

Interpreti e personaggi

Chiwetel Ejiofor: Solomon Northup
Michael Fassbender: Edwin Epps
Benedict Cumberbatch: William Ford

Il film racconta la vera storia di Solomon Northup, violinista di colore che nel 1841 vive da uomo libero con la sua famiglia nello Stato di New York. Con l'inganno viene fatto schiavo e portato al Sud a lavorare per vari padroni fino al 1853, quando finalmente qualcuno riesce a contattare la sua famiglia e ad attestare la sua libertà. È il terzo film, nel giro di un anno, che tratta gli anni della schiavitù in America (Django Unchained e Lincoln). Come da programma, conoscendo il regista, il film è abbastanza crudo (ma mai come Von Trier o altri registi, qui si intende "crudo per il grande pubblico") e indaga ancora sulla condizione della "schiavitù" come condizione umana, qui indotta da altre persone. Un bel film, ottimi interpreti (bravissimo Micheal Fassbender), buona musica e splendida fotografia. Se state per dirmi: "Ma come? Tutto qui? Candidato a un milione di Oscar e vincitore di tre statuette e tu lo liquidi così?", ebbene, a mio parere, sì. Siete liberi di dire la vostra.




Avatar *****

Anno: 2009
Durata: 162 min., 171 min. (edizione speciale), 178 min. (extended cut)
Genere: Fantascienza, Azione, Avventura,Fantastico
Regia: James Cameron

Interpreti e personaggi

Sam Worthington: Jake Sully
Zoë Saldaña: Neytiri
Stephen Lang: Col. Miles Quaritch
Sigourney Weaver: Dr. Grace Augustine

È vero, è Pocahontas, ed è vero, è un filmaccio pieno di effetti speciali e con un immortale cattivone rompiscatole...ma io adoro questo film. Un giorno farò un post completo sulla splendida realizzazione di Avatar, su come James Cameron sia riuscito a trasmettere le emozioni e le movenze dei suoi attori, in carne ed ossa, in creazioni completamente digitali. Non dimenticherò mai lo stupore e l'emozione che mi ha dato la visione di questo film in sala, in un ottimo 3D, usato per catapultare lo spettatore in un mondo lontano, puro, magico. Una fiaba classica, ma intrisa di quella spettacolare meraviglia che solo il cinema può regalare. 






Biancaneve e il Cacciatore


Titolo originale: Snow White and the Huntsman
Anno: 2012
Durata:  127 min., 132 min. (Extended Version)
Genere: fantastico, avventura, azione, drammatico
Regia: Rupert Sanders

Interpreti e personaggi

Kristen Stewart:  Biancaneve
Chris Hemsworth:  Eric, il cacciatore
Charlize Theron:  Ravenna, la Regina cattiva

Non ne voglio parlare...per tre ragioni fondamentalmente:
1) dopo dieci minuti di film Biancaneve recita un Ave Maria;
2) la mono-faccia di Kristen Steward;
3) trama poco avvincente in generale.
Direi che l'unica nota positiva è Charlize Theron. Che poi quale specchio rimbambito potrà mai dire che Kristen Stewart è meglio di Charlize Theron??





Captain America - The Winter Soldier ****

Anno: 2014
Durata: 136 min.
Genere: azione, fantascienza, avventura
Regia: Anthony e Joe Russo

Interpreti e personaggi

Chris Evans: Steve Rogers/Captain America
Scarlett Johansson: Natasha Romanoff/Vedova Nera
Sebastian Stan: Bucky Barnes/Winter Soldier
Anthony Mackie: Sam Wilson/Falcon
Robert Redford: Alexander Pierce
Samuel L. Jackson: Nick Fury

Inaspettatamente ben fatto. 4 stelle perché rispetto alla media degli ultimi film che ho visto sui supereroi (Iron Man 2 e 3, Thor, Wolverine, etc.), Captain America - The Winter Soldier è ben equilibrato. Ottime scene d'azione e trama tenuta saldamente in piedi. Il personaggio di Captain America, generalmente meno simpatico al pubblico rispetto a personaggi come Wolverine o Iron Man, è stato invece ben valorizzato, anche grazie al bravo Chris Evans. Si nota comunque in generale una buona attenzione ai personaggi, dalla Vedova Nera a Fury, e dai nuovi personaggi Bucky Barnes (mi ricorda un po' l'Alchimista d'Acciaio ^o^) e Falcon. Insomma, io lo consiglio! Per gli amanti delle scene finali sappiate che ce ne sono ben due, quindi attendete proprio fino alla fine prima di uscire dalla sala!






Devil's Knot - Fino a prova contraria ***

Titolo originale: Devil's Knot
Lingua originale: inglese
Anno: 2013
Durata: 114 min
Genere: biografico, drammatico, thriller
Soggetto: Mara Leveritt (libro)
Regia: Atom Egoyan

Interpreti e personaggi

Reese Witherspoon: Pamela Hobbs

Colin Firth: Ron Lax


Il film tratta della storia vera, molto nota in America come "i Tre di West Memphis". Nel 1993 nella cittadina di West Memphis, in Arkansas, scomparvero tre bambini di otto anni. Il giorno dopo i corpi dei bambini vennero trovati e poco dopo le accuse ricaddero su tre adolescenti (uno diciottenne) conosciuti nella zona come vandali e satanisti. I due minorenni furono condannati all'ergastolo, mentre Damien Echols fu condannato a morte (la condanna non fu poi eseguita). Il processo suscitò un grande scalpore mediatico soprattutto per l'inconsistenza delle prove e per la trascuratezza e inettitudine della polizia locale che, ottusamente, non volle mai aprire altre piste. Molte persone famose si interessarono personalmente al caso, tra i quali Peter Jackson e Johnny Depp, che diventò anche molto amico di Damien Echols. Nel film si seguono i punti di vista di una delle tre madri, Pamela Hobbs (Reese Witherspoon), e del detective privato alla difesa dei ragazzi Ron Lax (Firth). Molto bravi i due protagonisti. Ho letto delle recensioni che accusano il regista di una visione "fredda e distaccata". Alcuni si lamentano perché sarebbe potuto risultare un thriller di gran pathos. Vorrei far notare che i tre bimbi sono morti davvero, vorrei far notare che tre ragazzi innocenti hanno passato metà della loro vita in carcere e che conseguentemente il vero colpevole (o colpevoli) ha girato indisturbato per tutto questo tempo. Nessuno saprà mai chi sia stato, nessuno saprà mai cosa successe quel giorno. Il regista guarda ai fatti con il giusto distacco, e fa riflettere sui concetti di giustizia, ordine e "normalità" che impermeano la nostra società.

Piccola parentesi perché mi sono accorta che sono davvero tante le pellicole sui rapimenti di bambini, sugli errori delle autorità alla ricerca di capri espiatori da accusare alla svelta e su alcune famiglie e/o individui americani psicopatici:
  • Changeling di Clint Eastwood con Angelina Jolie. Anche questo da una storia vera di una madre che, dopo la sparizione del figlio, si è vista spacciare dalla polizia un altro ragazzino al posto del suo bambino.
  • Prisoners, di Denis Villeneuve, con Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal, sulla sparizione di due bambine, sulla pressione che un genitore vittima di questo trauma, o la società in generale, possono esercitare sulle forze dell'ordine e sulle indagini (il che un po' spiega perché forse a volte si cerca un colpevole a caso e basta).
  • Amabili Resti di Peter Jackson. Angosciante film che osserva la realtà (e non) dal punto di vista della vittima e indaga sulla crudeltà umana.





Gambit - Una Truffa a Regola d'Arte ***

Anno: 2012
Durata: 90 min.
Genere: commedia, crimine
Regia: Michael Hoffman

Interpreti e personaggi

Colin Firth: Harry Deane
Cameron Diaz:  PJ Puznowski
Alan Rickman:  Lionel Shabandar
Tom Courtenay:  Maggiore

Film molto carino con un inedito Colin Firth nei panni di un critico d'arte un po' pasticcione, un fantastico Alan Rickman, spogliatosi dagli untuosi capelli di Piton, ad interpretare il suo capo miliardario e una simpatica Cameron Diaz in veste di sfacciata texana dal cuore tenero. Tempi comici perfetti in questa pellicola di umorismo squisitamente british. Tra parentesi, il film è il remake di un'omonima pellicola del '66 e pare che chi li ha visti entrambi sia rimasto un po' deluso da quest'ultima versione.




Lo Hobbit - La Desolazione di Smaug **

Titolo originale: The Hobbit: The Desolation of Smaug
Anno: 2013
Durata: 161 min[1]
Genere: fantastico, avventura, epico
Regia: Peter Jackson
Soggetto: J. R. R. Tolkien (romanzo)
Musiche: Howard Shore

Interpreti e personaggi

Martin Freeman: Bilbo Baggins
Ian McKellen: Gandalf
Richard Armitage: Thorin Scudodiquercia
Evangeline Lilly: Tauriel
Lee Pace: Thranduil
Orlando Bloom: Legolas

vd. recensione.




Ladyhawke ***

Anno: 1985
Durata: 116 min.
Genere: epico, fantastico, avventura,romantico
Regia: Richard Donner 

Interpreti e personaggi

Matthew Broderick: Philippe Gaston
Rutger Hauer: Etienne Navarre
Michelle Pfeiffer: Isabeau D'Anjou


Ahahah! Era da moltissimo tempo che volevo rivedere questo film! Insomma, per me rimane una delle più belle storie d'amore di sempre. Gli amanti costretti a stare "sempre insieme ma eternamente divisi". Questa maledizione è così raffinata che il suo creatore dovrebbe sopravvivere solo per la sua genialità. Ecco, l'unica cosa che non ricordavo era la colonna sonora che per me stona un po' col tono del film (non conosco bene questi generi musicali ma lo definirei "tunza elettronico anni '80"). All'epoca magari può essere stata una colonna sonora avveniristica, ma io credo che, se si rifacesse questo film adesso, si opterebbe per qualcosa di più classico. 




Lei ****

Titolo originale: Her
Anno: 2013
Durata: 126 min.
Genere: drammatico, fantascienza, romantico
Regia: Spike Jonze

Interpreti e personaggi

Joaquin Phoenix: Theodore Twombly
Scarlett Johansson: Samantha
Amy Adams: Amy
Rooney Mara: Catherine

Lei, parla dell'amore che nasce tra un uomo, Theodore, e un'intelligenza artificiale, Samantha. Ora, guardando così la cosa, ci si potrebbe fare l'idea sbagliata su questo film che in realtà non è un semplice film di fantascienza sul classico tema dell'evoluzione delle macchine, anzi. La fantascienza qui è abbastanza marginale, ed è piuttosto un pretesto per l'analisi della condizione umana. Joaquin Phoenix ci mostra sensibilmente gli effetti della perdita, della solitudine e della fragilità umana. Il film mette a nudo l'amore, cercando di indagare a fondo su cosa questo rappresenti, una volta che sia stato spogliato della sua fisicità. Di sottofondo viene introdotto anche il tema della devoluzione dell'uomo in rapporto alla tecnologia. Emblematici sono ad esempio il lavoro del protagonista, l'asetticità della messaggistica e l'analisi delle differenze "razziali" tra uomini e calcolatori. Io l'ho visto in lingua originale e, in effetti, la voce di Scarlett Johansson per Samantha merita davvero. Consigliato.






Le Idi di Marzo ***


Titolo originale: The Ides of March
Anno: 2011
Durata: 98 min.
Genere: drammatico
Regia: George Clooney

Interpreti e personaggi

Ryan Gosling: Stephen Meyers
George Clooney: governatore Mike Morris
Philip Seymour Hoffman: Paul Zara
Paul Giamatti: Tom Duffy
Evan Rachel Wood: Molly Stearns

Mi aspettavo un po' di più da questo film. Sarà invece che la corruzione e la scorrettezza morale dei politici non è propriamente una novità (in Italia poi...), sarà che il film di suo manca un po' di verve, alla fine non ha lasciato molto il segno. In compenso conta su delle ottime interpretazioni, tra le quali quella del bravissimo Philip Seymur Hoffman, purtroppo mancato a Febbraio di quest'anno. Insomma il film è carino, ma con la mano di un altro regista poteva forse risultare più incisivo.





Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore ****

Anno: 2012
Durata: 94 min.
Genere : commedia, drammatico, romantico
Regia: Wes Anderson
Musiche: Alexandre Desplat

Interpreti e personaggi

Jared Gilman:  Sam Shakusky
Kara Hayward:  Suzy Bishop
Bruce Willis: Capitano Sharp
Bill Murray:  Walt Bishop
Edward Norton:  Randy Ward

Wes Anderson è un regista interessante. Di suo ho visto I Tenenbaum e Fantastic Mr. Fox. I suoi film mi sembrano sempre dei quadri, simmetrie perfette, colori caldi, attenzione ai particolari. I personaggi sono quasi sempre eccentrici, sembrano anime imprigionate in corpi e vite gli appartengono. Le musiche sono sempre parte integrante del racconto. In Moonrise Kingdom, nei titoli di coda, possiamo ascoltare singolarmente le diverse famiglie di strumenti per poi riascoltarle tutte insieme, come una grande famiglia. Ed è questo uno dei temi principali di Wes Anderson, la famiglia. Come per la musica sinfonica, le famiglie sono fatte da molti individui profondamente diversi tra loro che, infine, nel bene o nel male, funzionano insieme. Nei film di Wes Anderson non ci sono famiglie ideali, non esistono famiglie perfette, le famiglie hanno sempre qualche disfunzione, e una delle principali disfunzioni forse è proprio quella della nascita di un nuovo individuo, inteso come personalità a se stante, un adolescente. Potranno dunque degli adolescenti insegnarci qualcosa sull'odio e sull'amore? Possono farci capire la fragilità e l'importanza che riveste questo passaggio nella vita di ognuno di noi? Moonrise Kingdom prova a mostrarcelo, con tocco leggero e gusto agrodolce.






Slevin - Patto Criminale ***

Titolo originale: Lucky Number Slevin
Anno: 2006
Durata: 109 min
Genere: thriller, crimine, drammatico, Pulp
Regia: Paul McGuigan

Interpreti e personaggi

Josh Hartnett: Slevin Kelevra
Bruce Willis: Mr. Goodkat
Lucy Liu: Lindsey
Morgan Freeman: "il Boss"
Ben Kingsley: Shlomo, "il Rabbino"

Thriller veloce, dal gusto tarantiniano. Sono infatti molti gli ammiccamenti a Pulp Fiction, dai dialoghi serrati e casuali tra gangster, a un orologio che ricorda un padre, ai nomi simbolici. È un film che comunque lascia il suo segno, rendendo difficile dimenticare cos'è una mossa Kansas City, o che una cosa assurda è che Charlie Chaplin partecipò ad un concorso di sosia di Charlie Chaplin e arrivò terzo. È difficile dimenticare il faccino furbo di Josh Hartnett, o quello gelido del killer Bruce Willis. Forse qualche volta questo film si piega un po' troppo all'autocompiacimento, e di sicuro non è ai livelli di Pulp Fiction, ma resta comunque un buon thriller.




I Sogni Segreti di Walter Mitty
 ****

Titolo originale: The Secret Life of Walter Mitty
Anno: 2013
Durata: 114 min
Genere: commedia, avventura, drammatico
Regia: Ben Stiller
Soggetto: James Thurber
Musiche: Theodore Shapiro

Interpreti e personaggi

Ben Stiller: Walter Mitty
Kristen Wiig: Cheryl Melhoff
Adam Scott: Ted
Sean Penn: Sean O'Connell

vd. recensione.




Stardust ***


Anno: 2007
Durata: 128 min
Genere:  fantastico
Regia: Matthew Vaughn
Soggetto: Neil Gaiman

Interpreti e personaggi

Charlie Cox: Tristan
Claire Danes: Yvaine
Michelle Pfeiffer: Lamia
Robert De Niro: Capitano Shakespeare

Questo film nasce dall'omonimo libro di Neil Gaiman, che io adoro, come ho già abbondantemente dimostrato nel post su Coraline. Ora, quando andai a vedere il film al cinema ne restai molto delusa (eh si, sto cercando di usare il passato remoto, cosa non naturale da queste parti, se non si è costretti da un tema in classe). Mancava di molte mosse "non banali" di Gaiman, a favore di conclusioni scontate, "per famiglie". D'altronde per essere prodotto dovevano piegare un po' la storia all'intrattenimento di massa. Col senno di poi, comunque, resta un buon fantasy, diverso dal solito, perché gode comunque dello zampino del suo autore. Qui sono state aggiunte un po' di cose come il Capitan Shakespeare (solo accennato nel libro e non sviluppato) e l'avvincente duello finale, evidentemente aggiunto per la spettacolarità del grande schermo. La parte romantica del racconto è stata inoltre migliorata, rendendo il tutto molto più dolce.



Storia di una Ladra di Libri ****

Titolo originale: The Book Thief
Anno: 2013
Durata: 131 minuti
Genere: drammatico
Regia: Brian Percival
Soggetto: Markus Zusak (romanzo)
Musiche: John Williams

Interpreti e personaggi

Sophie Nélisse: Liesel Meminger
Geoffrey Rush: Hans Hubermann
Emily Watson: Rosa Hubermann
Ben Schnetzer: Max Vandenburg

Se i film si misurassero con un lacrimo-metro questa pellicola vincerebbe sicuramente il secondo premio. Il primo posto per ora resta a Non Lasciarmi, per il quale ho quasi finito un rotolo di Scottex, piangendo per tre quarti del film. Con Storia di una Ladra di Libri ho pianto per circa metà film e devo dire che è stato difficile poi smettere anche una volta salita in macchina. Poi direi che c'è Up, che racchiude tutte le scene allegre nel trailer, facendolo passare, a tradimento, come una commedia. Ma ora concentriamoci sul film e non sulla mia spiccata emotività! Si inizia sulle ali della morte, passando sopra un treno a vapore nel panorama innevato della Germania nazista del 1938. La protagonista viene adottata da una coppia formata da un uomo dal cuore d'oro (Hans, il bravissimo Geoffrey Rush) e dalla splendida, burbera Rosa (magnifica Emily Watson). Liesel stringerà amicizia col giovane Rudy, scapigliato e ingenuo, gentile. E poi arriva la guerra e alla porta della famiglia Hubermann batte il passato, nel corpo emaciato di Max, ebreo, che chiede loro riparo. E Liesel imparerà a leggere, e a vedere il mondo e le persone con umanità, oltre gli stereotipi sociali. A me è piaciuto, regia pulita, come già detto, è un film molto emotivo. Brava la protagonista. Unica pecca: siamo in Germania, un po' di coerenza con le scritte non avrebbe guastato, invece sono tutte in inglese...:/





Transcendence ***

Titolo originale: Transcendence
Paese di produzione: Stati Uniti d'America, Regno Unito
Anno: 2014
Durata: 119 min
Genere: fantascienza, drammatico, thriller
Regia: Wally Pfister
Soggetto: Jack Paglen

Interpreti e personaggi

Johnny Depp: Will Caster
Rebecca Hall: Evelyn Caster
Paul Bettany: Max Waters
Morgan Freeman: Joseph Tagger
Cillian Murphy: Agente Buchanan

Blockbuster del "Nolaniano" Pfister, con Johnny Depp finalmente senza trucco in faccia. Transcendence tratta temi già ampiamente discussi come quello delle intelligenze artificiali o della clonazione. Il film non mi è dispiaciuto, ma forse uno dei suoi più grandi limiti è proprio quello di "aver voluto essere un blockbuster". Mi spiego meglio. Prendiamo ad esempio Her (Lei), visto che è un film contemporaneo a Transcendence e visti i molti punti d'incontro. In entrambi i film è importante il tema della perdita (in Her Theodore sta divorziando dalla moglie, in Transcendence Evelyn si trova a dover affrontare la morte del marito, Will), così com'è importante il tema dello sviluppo delle Intelligenze Artificiali (in Her i sistemi operativi diventano a poco a poco delle entità indipendenti, in Transcendence sostanzialmente si riesce a "rimappare" il cervello di Will creando a tutti gli effetti una macchina senziente). Sicuramente i due film hanno due scopi diversi e dunque portano a conclusioni un po' differenti, ma quello che cambia è che, mentre Her avanza a passi lievi, facendoci ampliare lo sguardo oltre quello che rappresenta la mera concezione umana, Trascendence perde un po' di spessore, non fermandosi mai un attimo. Terroristi, effettoni di materia che si disfa e si ricrea, immancabili esplosioni alla fine (perché quando l'uomo non è in grado di capire qualcosa, si sa, la etichetta come "nemico"). Il film ha dunque molti spunti interessanti e risulta comunque una buona visione, ma per me conserva troppo i limiti dei film di genere.

martedì 14 gennaio 2014

I Sogni Segreti di Walter Mitty


È bello quando un cambio di programma, dovuto al fatto che mezza città occupa la sala del film che vuoi andare a vedere, ti porta a scoprire bei film come questo. Dovevamo andare a vedere American Hustle, ma avanzavano solo posti in prima fila e quindi abbiamo deviato verso la sala di Walter Mitty, dove di posto ce n'era in abbondanza. 

I Sogni Segreti di Walter Mitty è un film diretto e interpretato da Ben Stiller. Parla di un uomo che conduce una vita tranquilla, apparentemente privo di ambizioni particolari, che lavora per la rivista Life come manager dell'archivio negativi. Walter sogna spesso ad occhi aperti, si immagina di vivere grandi avventure o si pensa semplicemente più audace e caparbio. Un bel giorno la direzione annuncia che la rivista chiude per riaprire soltanto online e Walter Mitty viene incaricato di sviluppare il negativo che il famosissimo fotografo Sean O'Connell (Sean Penn) ha inviato per l'ultima copertina. Purtroppo il negativo è andato disperso e Walter si mette alla ricerca del fotografo, destreggiandosi tra quelli che credeva essere i suoi limiti e i sentimenti per una collega (Kristen Wiig).

Cosa mi è piaciuto:

  • La fotografia. Una delle cose più spettacolari del film è proprio la fotografia. Si può intravedere subito nelle prime scene in città, dove i grattacieli formicai inghiottono e fagocitano ogni mattina e ogni sera migliaia di persone. Tuttavia il meglio arriva con i panorami naturali, Groenlandia, Islanda, Himalaya. Normalmente ci si sente piccoli davanti alla vastità del mare o all'imponenza delle montagne invece qui, dopo l'impersonalità della città, si può capire che in realtà sono proprio quelli i posti dove l'anima si espande e si espande ancora, tra vallate, praterie desolate, torrenti, cascate e mari in tempesta. La fotografia è opera di Stuart Dryburgh.
  • La Colonna Sonora, di Theodore Shapiro. Anche le musiche sono molto belle ed evocative. Da quelle ticchettanti e ripetitive della città a quelle più liberatorie dei paesi desolati. Bello l'omaggio a Space Oddity di David Bowie.
  • L'adattabilità a diversi gusti cinematografici. Sono andata a vedere questo film ben due volte (la seconda perché l'ho consigliato ai miei che però non vanno se non li accompagno...). La prima volta ero molto preoccupata che non piacesse ai miei amici, perché pensavo fosse troppo "tranquillo" per i loro standard, e la seconda volta ero molto preoccupata che non piacesse ai miei genitori, credendo che fosse troppo "moderno" per i loro gusti, e invece I Sogni Segreti di Walter Mitty è piaciuto molto a tutti. La prima parte potrebbe sembrare molto commerciale, i sogni di Walter Mitty ricalcano lo stile di molti film d'azione o dei supereroi. C'è anche, ad esempio, una spassosissima citazione da Il Curioso Caso di Benjamin Button che riprende la tradizione comica dell'attore. (C'è anche una citazione da Matrix, macchina rossa, macchina blu e, giustamente, prende la rossa...) Poi però, quando la realtà comincia ad acquistare spessore, i sogni svaniscono a poco a poco e comincia a prevalere il respiro della vita. Il mio parere è che Ben Stiller abbia saputo giocare bene le sue carte, creando un buon mix tra il suo classico repertorio comico e l'introduzione di una interessante maturazione dei contenuti.
  • Walter Mitty. Questo film mi è piaciuto perché forse mi ha ricordato molto me stessa e molte delle persone che conosco. A volte ci vedo tutti come degli animali in gabbia, legati da scadenze scomode e dalle aspettative che gli altri costruiscono ingiustamente sulle nostre spalle. Spesso anch'io sogno ad occhi aperti i mondi che esploro nei film e nei miei libri, e spesso vorrei proprio sapere cosa farebbe quel tale se gli facessi notare che siamo tutti cumuli di carne ed ossa, anche lui, e che è inutile che faccia lo stronzo perché non me ne frega niente di quello che lui crede che io debba fare o pensare. Ma alla fine si sta sempre zitti, no? Perché ci sono dei vincoli sociali ai quali siamo legati, e la nostra società è un posto dove si suole portare rispetto non per meriti reali ma per stupide convenzioni. A volte ci si sente un po' di più di quello che pensano gli altri di noi. A volte ci si perde sotto una maschera di falsità e di abitudine e poi, quando si è soli al buio o sotto un cielo stellato, o con le persone giuste, ci si rende conto che QUELLI siamo noi, siamo veramente noi, non quell'ammasso di vacuo pessimo umore che proponiamo alla gente giorno per giorno. Beh, in fondo Walter Mitty si riscopre a 42 anni, quindi mi da sollievo pensare che non è mai troppo tardi per uscire dal guscio. 

Insomma andate a vedere questo film! Dai dai! SU! :)

Ecco il trailer:



sabato 11 gennaio 2014

Lo Hobbit - La Desolazione di Smaug


Senza perdermi in preamboli comincio subito.

Cosa mi è piaciuto:

  • Bilbo, il bravo Martin Freeman, bello lo scambio di battute col drago come lo era stato quello con Gollum, peccato gli venga lasciato meno spazio del dovuto.
  • Smaug è fatto davvero bene, finalmente un drago come si deve! Intelligente ed egoista, forte e vanesio, con la voce di Benedict Cumberbatch deve essere uno spettacolo, ma anche il doppiatore Luca Ward fa la sua figura.
  • Erebor. Della Montagna Solitaria si vede più di quanto si veda nel libro (presumibilmente al solo scopo di aumentare di 10 min la durata del film) ma in ogni caso mi è piaciuto curiosare tra le fucine e i corridoi della grandiosa città dei nani.
  • Bosco Atro. La parte del libro nella quale la compagnia si perde nel Bosco, smarrendo la strada e sè stessi, è fatta molto bene o per lo meno io me l'ero immaginata proprio così!


Cosa non mi è piaciuto:

  • Perché...perché perché Legolas e l'Elfetta?? La chiamerò solo l'Elfetta, perché è un personaggio così insulso che non vale la pena darle un nome. Io capisco che l'anima del commercio sta nell'audience, e io stessa ho perdonato un sacco di cose a Peter Jackson amando infine la precedente trilogia, ma questa trovata proprio non la sopporto. Perché devono sempre mettere intrallazzi amorosi anche dove non ci sono?? A cosa serve?? Per accaparrarsi la simpatia delle ragazze degli appassionati che accompagnano i loro consorti a vedere il film?? E poi Legolas qui sembra un assassino assetato di sangue. Jackson...guarda che ok che Legolas è un po' più giovane, ma a lui una cinquantina (o un secolino) in più o in meno non gli cambia tanto! Molto poco elfici tutti e due! Bocciatissimi! E parla una che ha il poster di Legolas attaccato alla porta...
  • Beorn. Uno dei miei personaggi preferiti relegato a 5 minuti di un film di una decina di ore. Cinque minuti fatti male per giunta, neanche compare nel trailer a favore di quei due...quei due...(vedi locandina del film)...non dico altro.
  • Personaggi forzatamente cupi. Peter Jackson tende sempre a far risaltare troppo il lato oscuro delle persone, come con Faramir ne Il Signore degli Anelli che da un'anima gentile e altruista si trasforma sotto le mani degli sceneggiatori in uno stronzetto. Qui Thranduil è un po' troppo cupo, così come anche suo figlio, e anche Thorin è sempre di una certa ambiguità. Ad esempio quando raggiunge Bilbo al tesoro e non si sa bene a cosa stia pensando, fermo con quello sguardo assassino. Il regista ha voluto accentuare la vena di pazzia che c'era nella famiglia del nano, andando a ledere un po' un personaggio che non avrebbe bisogno di rattoppi, che è già più che interessante di suo.
  • Una freccia Morgul? Diciamo che tutta la parte dalla fuga nei barili a Pontelagolungo (diciamo anche che tutta la pellicola) è infarcita di specchietti per allodole con fughe, inseguimenti e combattimenti degni di un pubblico che come metro di valutazione di un film usa quasi esclusivamente la quantità di scene adrenaliniche in proporzione alla durata totale. In ogni caso, aiutatemi voi perché io forse mi sono persa qualcosa...hanno detto una freccia morgul??? Una lama morgul non è forse quel particolare tipo di arma posseduta dai Nazgûl?? PERCHÉ un orco qualsiasi avrebbe una freccia del genere?? O_ò

Insomma a me non è piaciuto granché. Difendo sempre a spada tratta i lavori di Peter Jackson ma questo non è Lo Hobbit. Insomma se vuoi fare un film da botteghino scriviti un soggetto da solo e fattelo ma non andare a prendere il lavoro di uno scrittore come Tolkien per poi violentarlo come ti pare. Per di più l'audience ce l'hai già senza inventarti storielle d'amore o introdurre battaglie e intrighi dove non ci sono, tant'è che pare che Il Signore degli Anelli sia il secondo libro più venduto al mondo, secondo solo alla Bibbia. Si, lo so, polla io che lo vado a vedere.