È bello quando un cambio di programma, dovuto al fatto che mezza città occupa la sala del film che vuoi andare a vedere, ti porta a scoprire bei film come questo. Dovevamo andare a vedere American Hustle, ma avanzavano solo posti in prima fila e quindi abbiamo deviato verso la sala di Walter Mitty, dove di posto ce n'era in abbondanza.
I Sogni Segreti di Walter Mitty è un film diretto e interpretato da Ben Stiller. Parla di un uomo che conduce una vita tranquilla, apparentemente privo di ambizioni particolari, che lavora per la rivista Life come manager dell'archivio negativi. Walter sogna spesso ad occhi aperti, si immagina di vivere grandi avventure o si pensa semplicemente più audace e caparbio. Un bel giorno la direzione annuncia che la rivista chiude per riaprire soltanto online e Walter Mitty viene incaricato di sviluppare il negativo che il famosissimo fotografo Sean O'Connell (Sean Penn) ha inviato per l'ultima copertina. Purtroppo il negativo è andato disperso e Walter si mette alla ricerca del fotografo, destreggiandosi tra quelli che credeva essere i suoi limiti e i sentimenti per una collega (Kristen Wiig).
Cosa mi è piaciuto:
- La fotografia. Una delle cose più spettacolari del film è proprio la fotografia. Si può intravedere subito nelle prime scene in città, dove i grattacieli formicai inghiottono e fagocitano ogni mattina e ogni sera migliaia di persone. Tuttavia il meglio arriva con i panorami naturali, Groenlandia, Islanda, Himalaya. Normalmente ci si sente piccoli davanti alla vastità del mare o all'imponenza delle montagne invece qui, dopo l'impersonalità della città, si può capire che in realtà sono proprio quelli i posti dove l'anima si espande e si espande ancora, tra vallate, praterie desolate, torrenti, cascate e mari in tempesta. La fotografia è opera di Stuart Dryburgh.
- La Colonna Sonora, di Theodore Shapiro. Anche le musiche sono molto belle ed evocative. Da quelle ticchettanti e ripetitive della città a quelle più liberatorie dei paesi desolati. Bello l'omaggio a Space Oddity di David Bowie.
- L'adattabilità a diversi gusti cinematografici. Sono andata a vedere questo film ben due volte (la seconda perché l'ho consigliato ai miei che però non vanno se non li accompagno...). La prima volta ero molto preoccupata che non piacesse ai miei amici, perché pensavo fosse troppo "tranquillo" per i loro standard, e la seconda volta ero molto preoccupata che non piacesse ai miei genitori, credendo che fosse troppo "moderno" per i loro gusti, e invece I Sogni Segreti di Walter Mitty è piaciuto molto a tutti. La prima parte potrebbe sembrare molto commerciale, i sogni di Walter Mitty ricalcano lo stile di molti film d'azione o dei supereroi. C'è anche, ad esempio, una spassosissima citazione da Il Curioso Caso di Benjamin Button che riprende la tradizione comica dell'attore. (C'è anche una citazione da Matrix, macchina rossa, macchina blu e, giustamente, prende la rossa...) Poi però, quando la realtà comincia ad acquistare spessore, i sogni svaniscono a poco a poco e comincia a prevalere il respiro della vita. Il mio parere è che Ben Stiller abbia saputo giocare bene le sue carte, creando un buon mix tra il suo classico repertorio comico e l'introduzione di una interessante maturazione dei contenuti.
- Walter Mitty. Questo film mi è piaciuto perché forse mi ha ricordato molto me stessa e molte delle persone che conosco. A volte ci vedo tutti come degli animali in gabbia, legati da scadenze scomode e dalle aspettative che gli altri costruiscono ingiustamente sulle nostre spalle. Spesso anch'io sogno ad occhi aperti i mondi che esploro nei film e nei miei libri, e spesso vorrei proprio sapere cosa farebbe quel tale se gli facessi notare che siamo tutti cumuli di carne ed ossa, anche lui, e che è inutile che faccia lo stronzo perché non me ne frega niente di quello che lui crede che io debba fare o pensare. Ma alla fine si sta sempre zitti, no? Perché ci sono dei vincoli sociali ai quali siamo legati, e la nostra società è un posto dove si suole portare rispetto non per meriti reali ma per stupide convenzioni. A volte ci si sente un po' di più di quello che pensano gli altri di noi. A volte ci si perde sotto una maschera di falsità e di abitudine e poi, quando si è soli al buio o sotto un cielo stellato, o con le persone giuste, ci si rende conto che QUELLI siamo noi, siamo veramente noi, non quell'ammasso di vacuo pessimo umore che proponiamo alla gente giorno per giorno. Beh, in fondo Walter Mitty si riscopre a 42 anni, quindi mi da sollievo pensare che non è mai troppo tardi per uscire dal guscio.
Insomma andate a vedere questo film! Dai dai! SU! :)
Ecco il trailer: